La questione francese

Il guanto è stato lanciato e nessuno dei due contendenti intende tirarsi indietro.

Stiamo per assistere a una agguerrita sfida generazionale che vedrà un solo verdetto possibile.

I pronostici si sprecano, gli allibratori sono in subbuglio, si prospetta un evento che potrebbe rivoluzionare le sorti della teoria delle aperture, se non persino le sorti degli scacchi stessi.

Il dibattito teorico vede a un angolo del ring il giovane Giole Arcudi, sfrontato sostenitore dell’infondatezza della difesa francese, mentre all’angolo opposto troviamo lo stagionato Alberto Piovesan, strenuo assertore della correttezza di questa storica difesa.

I due si affronteranno in un agone in cui Alberto Piovesan giocherà sempre con i pezzi neri contro i legni bianchi manovrati da Gioele Arcudi, a partire dalla posizione che ha origine dopo le mosse: 1.e4 e6 2.d4 d5.

Il match preve un totale di 5 incontri della durata di 60 minuti + 10 secondi per mossa, al termine dei quali in caso il risultato sia di parità (2,5 a 2,5) il nero potrà ritenere soddisfatta la propria ragione e superiorità, se invece il risultato dovesse pendere a favore del bianco sarà quest’ultimo a reclamare di diritto la corona del vincitore.

Come in un antico duello, oltre alla prosaica pizza accompagnata da birra e dolce o digestivo che il perdente dovrà offrire al vincitore, in gioco c’è l’onore stesso degli scacchi, generazioni di scacchisti (del passato, del presente e del futuro) rischiano di doversi ricredere sulle proprie scelte e convinzioni di apertura, e potrebbe non essere indolore.

Fino al 31 marzo, termine che i duellanti si sono dati, seguiremo con il fiato sospeso questa tenzone dal sapore romantico d’antan.